Strappi muscolari

Uno strappo è una lesione che causa la rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. Generalmente e’ causato da un’eccessiva sollecitazione (brusche contrazioni o scatti improvvisi) ed è piuttosto frequente in ambito sportivo (soprattutto negli sport che richiedono un movimento muscolare esplosivo, come ad esempio in atletica, calcio e sollevamento pesi).

Gli strappi muscolari sono spesso causati dallo scarso allenamento, stanchezza muscolare o impreparazione a sostenere lo sforzo (mancato riscaldamento).

Solitamente ne sono colpiti i muscoli bi-articolari (muscoli che attraversano due articolazioni), come ad esempio il retto femorale, muscoli flessori della coscia, tricipite surale. Altre cause Dorsiflessione della caviglia Inoltre limitato, bio-meccanici anomalie al lumbopelvic, coscia o gamba regione, le restrizioni nella colonna vertebrale, squilibrio muscolare può aumentare il rischio di lesioni del tendine del ginocchio.

In relazione al numero di fibre coinvolte (in un muscolo sono presenti diverse migliaia di fibre) gli strappi muscolari si possono classificare usando una scala di gravità composta da tre stadi.

1) Grado 1: sono danneggiate solo poche fibre muscolari (meno del 5%). Il danno è tutto sommato modesto e viene avvertito come un leggero fastidio che si accentua durante la contrazione e l’allungamento muscolare. In caso di lesione di primo grado non si ha quindi un’importante perdita di forza o limitazione del movimento. La guarigione avviene nel giro di 2-3 settimane.

2) Grado 2: la gravità dello strappo aumenta poiché viene coinvolto un maggior numero di fibre. Il dolore, acuto è simile ad una fitta. Il dolore può essere aggravato da ogni tentativo di contrarre il muscolo. La guarigione richiede  3-6 settimane.

3) Grado 3: l’alto numero di fibre coinvolte causa una vera e propria lacerazione del ventre muscolare (completa o semi completa coinvolge comunque almeno 3/4 delle fibre). Tale lesione si avverte alla palpazione come un avvallamento, un vero e proprio scalino che testimonia l’entità della rottura. Può richiedere l’intervento chirurgico. La guarigione può richiedere fino a 3 mesi.

Sintomi

Il soggetto colpito da uno strappo muscolare avverte un dolore acuto nella zona lesionata, tanto più intenso quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte. Il dolore avvertito viene spesso rievocato dalla contrazione del muscolo interessato. Se il trauma è particolarmente grave il soggetto si trova nell’impossibilità di muovere la parte interessata ed il muscolo appare rigido e contratto. Edema e gonfiori possono essere rilevati in lesioni di 2 e 3 grado.

La rottura delle fibre muscolari causa uno stravaso ematico più o meno evidente a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione. Se nei traumi più lievi il sangue rimane all’interno del muscolo, in quelli più gravi migra in superficie dove si accumula e forma ematomi.

Dopo circa 24 ore si può apprezzare un livido localizzato più in basso rispetto alla sede dello strappo a testimonianza dello stravaso ematico. Può inoltre insorgere una contrattura muscolare “di difesa” grazie alla quale l’organismo cerca di immobilizzare l’area interessata per favorire il recupero ed evitare che la situazione peggiori ulteriormente.

Trattamento

La prima cosa da fare è sospendere immediatamente l’attività sportiva ed immobilizzare la zona colpita. Se nei casi più gravi tale sospensione è d’obbligo in quelli più lievi il soggetto, vista la sopportabilità del dolore, è naturalmente portato a stringere i denti e continuare. In questo modo però aumenta notevolmente il rischio di aggravare la situazione per cui si consiglia di fermarsi il prima possibile anche se il dolore avvertito è di lieve entità. Dopo essersi fermati evitare di caricare l’arto e metterlo in una posizione di riposo (posizione rialzata) .Applicare immediatamente un impacco freddo (borsa del ghiaccio, spray ecc.) sulla zona interessata in modo da ridurre il flusso di sangue ai vasi lesionati (vasocostrizione). Allo stesso tempo evitare qualunque forma di calore (massaggi, pomate, fanghi,ecc.).

Inizialmente saranno preferite contrazioni isometriche per poi inserire man mano esercizi entro la soglia di dolore del paziente, ripetizioni con basse resistenze, etc.

Esercizi di stretching aiuteranno l’allineamento del tessuto cicatriziale e la sua estensibilità, migliorando inoltre l’elasticita’ muscolare.

Esercizi isocinetici sono eccellenti nelle prime fasi di guarigione muscolare, aiutando a rafforzare senza carico completo durante le prime 6/8 settimane.

Gli esercizi con utilizzo delle bande elastiche saranno inseriti gradualmente.

Prevenzione

  • eseguire sempre un riscaldamento generale e specifico della muscolatura
  • assicurarsi di essere nelle condizioni fisiche idonee per sopportare lo sforzo
  • valutare attentamente la praticabilità del terreno di gioco
  • scegliere abbigliamenti adatti, coprirsi per bene nei mesi invernali.
  • eseguire sempre esercizi di allungamento per migliorare l’elasticità e la flessibilità muscolare sia in fase preparatoria che defaticante
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Dott. Emanuele Luciani  
Osteopatafisioterapista, insegnante di hatha yoga
Iscritto all'albo degli osteopati inglesi (GOsC)
(Numero 8232http://www.osteopathy.org.uk/home/)
Visita presso il "Centro Studi Tre Fontane"
Via Luigi Perna 51, Roma (Zona Eur)

 

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